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Garantire affidabilità nella trasmissione dati e al contempo risparmio energetico. È questa la sfida delle reti in nuova fibra.
Oggi quasi tutti i network in fibra si basano sul vetro (silicato di sodio, ad essere precisi) che garantisce una bassa attenuazione – fenomeno che causa la diminuzione della potenza del segnale propagato – rispetto ad altri materiali.
Negli Usa un team di ricercatori della Penn State University sta studiando un metodo per ottimizzare la resa del vetro e convertire i dati elettrici in segnali ottici durante la trasmissione per un “delivery” più rapido e ad alto risparmio energetico.
Questa nuova modalità andrebbe a sostituire quella attuale che nel tempo ha mostrato dei limiti.
Le fibre di silicio formate da una serie di cristalli, infatti, soffrono per la dispersione della luce che a sua volta interrompe la trasmissione dati.
Per fare fronte a questa dispersione Xiaoyu Ji, dottorato in Scienza dei materiali alla Penn State University, ha migliorato le performance del nucleo cristallino. Come? Fondendo, con un laser a scansione, un nucleo di silicio amorfo di elevata purezza: questo procedimento consente la formazione di monocristalli di silicio praticamente privi di imperfezioni, che potrebbero bloccare la trasmissione dati, in grado di trasmettere luce e, tramite essa, informazioni in maniera efficiente.
Secondo Venkatraman Gopalan, docente di Scienza dei materiali alla Penn State, i cristalli si potrebbero addirittura allungare aumentando ulteriormente la velocità e l’efficienza.
“Il vetro è ottimo – spiega Gopalan- ma si può fare di più e meglio pensando di utilizzare anche altri materiali attivi sia elettronicamente che otticamente”.
La tecnologia non è adatta solo per le reti di telecomunicazione, ma potrebbe anche essere utilizzata per una vasta gamma di altre applicazioni, tra cui l’imaging per i macchinari medici.